Privacy:
indagine internazionale, utenti online poco informati
Le informative privacy di siti e app web sono troppo generiche
o insufficienti
3 novembre 2017 –
Utenti poco informati
da siti web e "app": lo conferma un'indagine sulla gestione dei dati
personali in diversi settori di attività. L'esame è stato condotto
da ventiquattro Autorità
per la protezione dei dati riunite nel Global Privacy Enforcement Network (GPEN),
la rete internazionale nata per rafforzare la cooperazione tra le Autorità
della privacy di diversi Paesi, di cui fa parte il Garante italiano.
L'indagine (denominata "sweep") ha preso in esame siti e app in più
settori - vendita al dettaglio, finanza, banche, viaggi, social network, giochi
d'azzardo, istruzione, sanità - analizzandone le privacy policy con l'obiettivo
di verificare se per gli utenti risulti facile capire quali informazioni vengano
raccolte e per quali scopi, e quali siano le modalità per il loro trattamento,
utilizzo e condivisione.
La rete internazionale
delle Autorità è giunta alle seguenti conclusioni:
- le informative privacy
sono tendenzialmente generiche, prive di dettagli, e spesso formulate in modo
impreciso;
- la maggior parte dei
siti e delle app esaminate non informa gli utenti sull'uso che fa dei loro dati;
Pubblicità
- le informative in genere
non specificano a chi possono essere comunicati i dati personali raccolti;
- molti soggetti non spiegano agli interessati se e come i loro dati sono protetti,
né come e dove sono conservati;
- solo in poco più della metà dei casi l'informativa spiega all'utente
come esercitare il diritto di accesso ai propri dati personali.
L'indagine ha evidenziato che alcuni soggetti continuano a utilizzare riferimenti
normativi obsoleti, e molti fra quelli che forniscono servizi a livello internazionale
non sanno quale sia la normativa applicabile nei singoli Paesi. Inoltre, i siti
di e-commerce che rilasciano fatture elettroniche spesso non forniscono alcuna
informazione sulla propria attività attraverso il sito web.
Anche il settore bancario, secondo l'analisi delle Autorità, non fornisce
adeguate informazioni. La situazione appare migliore in Italia: i siti web delle
banche italiane, esaminati a campione dal Garante per la protezione dei dati personali,
rispetto a quelli di altri Paesi offrono in generale agli utenti informazioni
più adeguate e corrette.