COMUNICATO
- UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
UNC:
telefonia, stop alla tassa sui cellulari
5 marzo 2011 - Curioso davvero il destino della “Tassa di Concessione Governativa”
che gli intestatari di un abbonamento di telefonia mobile devono corrispondere
allo Stato nella misura di 5,16 euro mensili se privati e di 12,91 euro se business
(ma in tale caso la tassa è deducibile per l’80 per cento).
Introdotta dal
DPR sulla "Disciplina delle tasse sulle concessioni governative" del
1972, ed estesa nel 1995 ai telefoni cellulari in abbonamento, considerati “beni
di lusso”, è stata abrogata nel 2003 dal Codice delle comunicazioni
elettroniche che, in osservanza alle direttive comunitarie, ha liberalizzato il
mercato. In effetti nel 2007 il governo si era impegnato ad abolire la tassa ma,
considerato anche il gettito 750 milioni di euro annui che essa fruttava, la decisione
fu rimandata a tempo indeterminato.
Finalmente nel gennaio scorso sono state emesse due sentenze – dalla Commissione
Tributaria Regionale del Veneto – che hanno stabilito che gli enti locali
non sono tenuti al pagamento della tassa, e anzi che essa è illegittima,
aprendo la strada alla possibile richiesta di esenzione degli utenti nonché
al rimborso di quanto illegittimamente pagato.
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Per il rimborso l’Unione
Nazionale Consumatori sta studiando una azione di classe: nel caso di ‘erroneo
pagamento’ la richiesta può andare indietro per tre anni dal giorno
del pagamento ma se invece fosse riconosciuta l'illegittimità del pagamento
(nel caso in cui lo Stato facesse ricorso in Cassazione e lo perdesse), si tratterebbe
di ‘indebito pagamento’ e quindi la prescrizione sarebbe di dieci
anni.