Antitrust
multa TIM e Wind per pratiche commerciali scorrette
In occasione della riduzione del periodo di rinnovo delle
offerte di telefonia mobile
6 agosto 2016 –
L’Antitrust ha comminato a Telecom e Wind una multa, rispettivamente, di
410.000 e 455.000 euro, per aver adottato pratiche commerciali scorrette
in occasione della riduzione del periodo di rinnovo delle offerte di telefonia
mobile sottoscritte
dai propri clienti da 30 a 28 giorni.
In particolare, l’Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato ha accertato la scorrettezza della condotta
delle due società consistente nell’aver modificato il periodo di
rinnovo, tra l’altro, delle opzioni voce mobili abbinate alla vendita a
rate di prodotti (smartphone, tablet ecc.), prevedendo a carico di coloro
che avevano esercitato il diritto di recesso l’addebito in un’unica
soluzione del saldo delle rate residue. Per quanto riguarda Telecom, la pratica
prevedeva anche il pagamento di ulteriori somme nelle ipotesi di passaggio ad
altro operatore. Nel caso di Wind, invece, è stata considerata scorretta
anche la condotta consistente nell’aver modificato il periodo di rinnovo
anche per le opzioni rispetto alle quali era stato applicato uno sconto sul costo
di attivazione, richiedendo, in caso di cessazione anticipata, un corrispettivo
per il recupero di tale sconto.
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L’Antitrust ha
rilevato che l’imposizione unilaterale della riduzione da 30
a 28 giorni del periodo di rinnovo da parte dei due operatori telefonici
ha comportato un aggravio economico per tutti i clienti che non intendevano accettare
tale modifica.
Sulla base del Codice del Consumo le pratiche sono state quindi ritenute aggressive
in quanto idonee a limitare la libertà di scelta del consumatore e il conseguente
esercizio del diritto di recesso, riconosciuto dalle norme di settore proprio
quale tutela a fronte di una variazione contrattuale imposta dall’altro
contraente.
La modifica è stata peraltro realizzata in un contesto di mercato e
secondo tempistiche che, considerati nel loro complesso, contribuivano a incidere
sulla decisione dei clienti relativa all’esercizio o meno del suddetto recesso.