Telecom
Italia paga 6,5 mln per servizi non richiesti
Oblazione di Telecom Italia per contestazione
Agcom su servizi non richiesti
7 febbraio 2008 - Il
Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto
da Corrado Calabrò, ha preso atto dell’avvenuto pagamento volontario
(oblazione) di euro 6.528.000 da parte di Telecom Italia a seguito di una contestazione
dell’Agcom relativa a una serie di attivazioni/disattivazioni non richieste
di servizi di telecomunicazione. Le violazioni della normativa erano emerse nel
corso di ispezioni effettuate nello scorso luglio presso sedi di Telecom Italia.
Il Consiglio ha altresì
esaminato una lettera dell’Amministratore Delegato di Telecom Italia Franco
Bernabè indirizzata al Presidente Calabrò, con la quale, a proposito
dei molti fenomeni fraudolenti segnalati dalle associazioni dei consumatori correlati
all’utilizzo di numerazioni satellitari, Telecom Italia si impegna, a seguito
di delibere dell’Autorità, a introdurre nuovi strumenti di prevenzione
e controllo della spesa telefonica. Nella lettera Bernabè esprime l’auspicio
che "si possano individuare, sempre in collaborazione con le istituzioni,
ulteriori strumenti finalizzati ad eliminare i fenomeni fraudolenti che danneggiano
la fiducia e l’immagine degli operatori e del mercato".
Agcom, ha accolto
positivamente la disponibilità manifestata dalla nuova dirigenza Telecom
nei confronti delle tematiche regolatorie e dei conseguenti interventi a difesa
degli utenti.
Nell’ambito degli interventi in via di definizione e diretti a stroncare
gli abusi in tema di numerazioni satellitari e a sovraprezzo, la Commissione infrastrutture
e reti dell’Autorità ha oggi dato mandato agli uffici di completare,
in tempi brevi, il nuovo regolamento sull’uso delle numerazioni in modo
da prevedere che l’attivazione dei servizi a sovrapprezzo maggiormente onerosi
avvenga solo su esplicita richiesta degli utenti, così come è stato
richiesto dalle Associazioni dei Consumatori.
L’Autorità rileva infine come dagli ultimi dati ISTAT, in un contesto
di rialzo degli indici dei prezzi al consumo, il settore delle comunicazioni è
l’unico a mostrare, sia su base annuale (- 8,5%) che mensile (-0,7%), una
significativa riduzione.