Antitrust:
sanzionata Telecom per abuso posizione dominante
Telecom Italia ha abusato della sua posizione dominante
nelle infrastrutture di rete, sanzione complessiva di 103,794 milioni di euro
11 maggio 2013 –
Con due distinte condotte ha difeso le sue quote di mercato ostacolando l’offerta
dei concorrenti alla clientela
finale e rendendola non replicabile alla grande clientela business.
Telecom Italia ha abusato, con due distinti comportamenti, della posizione dominante
detenuta nella fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete locale
e alla banda larga, ostacolando l’espansione dei concorrenti nei mercati
dei servizi di telefonia vocale e dell’accesso ad internet a banda larga.
Lo ha stabilito l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
che ha diffidato la società dal ripetere in futuro tali comportamenti sanzionandola
con una multa complessiva di 103,794 milioni di euro.
Al termine dell’istruttoria avviata il 23 giugno 2010, l’Antitrust
ha stabilito che l’abuso di Telecom si è realizzato attraverso due
distinte condotte:
1) La società ha opposto ai concorrenti un numero ingiustificatamente
elevato di rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso, i c.d. KO.
Dai dati emersi nel corso dell’istruttoria risulta che Telecom, nell’esercizio
della propria discrezionalità, ha trattato gli ordinativi provenienti dagli
altri operatori in modo discriminatorio rispetto a quelli provenienti dalle proprie
divisioni interne.
Attraverso tali comportamenti Telecom ha ostacolato l’accesso dei concorrenti
all’infrastruttura, sia nel caso della fornitura di servizi su linea attiva,
sia nel caso della fornitura di servizi su linea non attiva. Ciò ha di
fatto reso significativamente più difficoltoso per gli altri operatori,
il processo di attivazione dei servizi di accesso alla rete rispetto alle divisioni
interne di Telecom.
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Per tale infrazione l’Autorità
ha deliberato una sanzione di 88,182 milioni di euro, che tiene conto delle
attenuanti riconosciute a Telecom per le diverse attività avviate a partire
dal 2009 per migliorare le procedure di accesso ai concorrenti e delle perdite
di esercizio e della circostanza aggravante della recidiva (Telecom è stata
già condannata per abuso di posizione dominante in relazione a comportamenti
sostanzialmente escludenti).
2) Telecom Italia
ha attuato una politica di scontistica alla grande clientela business per il servizio
di accesso al dettaglio alla rete telefonica fissa, tale da non consentire a un
concorrente, altrettanto efficiente, di operare in modo redditizio e su base duratura
nel medesimo mercato.
In sostanza Telecom
ha disegnato una politica tariffaria per la grande clientela business contraddistinta,
quanto meno per il periodo 2009-2011, dalla capacità, dati i costi di accesso
alla rete praticati agli altri operatori, di comprimere i margini dei concorrenti
altrettanto efficienti, con effetti restrittivi della concorrenza sul mercato
al dettaglio dei servizi di accesso alla clientela non residenziale. Gli sconti
praticati alla clientela sono stati infatti indirizzati selettivamente ai clienti
che ricorrono a procedure di selezione del fornitore e che sono collocati in aree
aperte alla concorrenza, ove è disponibile il servizio di accesso al tratto
finale di rete verso il cliente (c.d. unbundling del local loop, ULL).
L’analisi dell’Antitrust
ha dimostrato che Telecom non sarebbe stata in grado di offrire i servizi al dettaglio
ai prezzi praticati senza subire perdite se avesse sostenuto i costi all’ingrosso
praticati ai concorrenti.
Per questa condotta
l’Autorità ha deliberato una sanzione di 15,612 milioni di euro
che tiene conto di un’aggravante connessa alla recidiva, poiché
Telecom è stata già condannata per abuso di posizione dominante
in relazione a comportamenti sostanzialmente analoghi e, come attenuante, delle
perdite in bilancio della società.