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AGCM: istruttoria contro Apple per presunto abuso di posizione dominante
Secondo l’Autorità, da aprile 2021 la società
di Cupertino ha adottato, per gli sviluppatori terzi di app, una politica sulla
privacy più restrittiva rispetto a quella che applica a sé stessa.
Inoltre, sviluppatori e inserzionisti terzi sarebbero svantaggiati anche in termini
di qualità dei dati messi a disposizione da Apple.
11 maggio 2023 –
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato
un’istruttoria nei confronti delle società Apple Inc., Apple
Distribution International Ltd, Apple Italia S.r.l. per accertare l’esistenza
di un presunto abuso di
posizione dominante nel mercato delle piattaforme per la distribuzione online
di app per utenti del sistema operativo iOS.
- In particolare, a
partire da aprile 2021 Apple ha adottato una politica sulla privacy, per i soli
sviluppatori terzi di app, più restrittiva rispetto a quella che la società
applica a sé stessa. Il diverso trattamento si basa principalmente sulle
caratteristiche del prompt che appare agli utenti per acquisire il consenso al
tracciamento dei propri dati di “navigazione” sul web e sugli
strumenti adottati per misurare l’efficacia delle campagne pubblicitarie.
- Infatti, Apple impone
soltanto ai concorrenti l’utilizzo di un prompt di richiesta del consenso
in posizione di maggior risalto rispetto a quello dell’opzione per negare
il consenso e utilizza una formulazione linguistica dissuasiva del tracciamento.
Inoltre, gli sviluppatori e gli inserzionisti terzi appaiono svantaggiati in termini
di qualità e di dettaglio dei dati messi a disposizione da Apple e relativi
all’efficacia delle campagne pubblicitarie sulle loro applicazioni. Ciò
accade per le caratteristiche tecniche dell’interfaccia di programmazione
cui possono accedere - SkadNetwork - che appare molto meno efficace rispetto ad
Apple Ads Attribution, lo strumento che Apple adotta per sé stessa.
Pubblicità
- La
disponibilità dei dati relativi sia alla profilazione degli utenti sia
alla misurazione dell’efficacia delle campagne pubblicitarie - pur nel rispetto
della disciplina a tutela della privacy - sono elementi essenziali per l’appetibilità
degli spazi pubblicitari venduti dagli sviluppatori di app e acquistati dagli
inserzionisti. Per questo, secondo l’Autorità, la presunta condotta
discriminatoria di Apple può causare un calo dei proventi della pubblicità
degli inserzionisti terzi, a vantaggio della propria divisione commerciale; ridurre
l’ingresso e/o impedire la permanenza dei concorrenti nel mercato dello
sviluppo e della distribuzione di app; avvantaggiare le proprie app e, di conseguenza,
gli apparati mobili e il sistema operativo iOS Apple.
- Per l’Antitrust
la presunta riduzione di concorrenza nei mercati rilevanti e il conseguente rafforzamento
dell’eco-sistema digitale di Apple potrebbero ridurre gli incentivi a sviluppare
app innovative e ostacolare il passaggio degli utenti verso eco-sistemi digitali
concorrenti.
- Testo
del provvedimento
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