Open
Fiber: l'Italia ai primi posti per crescita copertura FTTH/B
11 dicembre 2020 - FTTH Council,
organizzazione di imprese europee fondata con l’obiettivo di accelerare
la diffusione di connettività in fibra ottica e lo sviluppo di una società
digitale in Europa, ha pubblicato un
report stilato da IDATE che fotografa la situazione delle reti in fibra in Europa
e illustra previsioni sullo sviluppo del mercato. (https://www.ftthcouncil.eu)
- Il documento illustra
come l’Italia si classifichi al terzo posto (su 28 stati) nel ranking europeo
di copertura FTTH/B. In particolare, con 3.8 milioni di unità immobiliari
cablate nel corso del 2020 in FTTH/B, il nostro Paese è al secondo
posto come tasso di crescita annuale dopo la Francia (+4.7 milioni) e davanti
alla Germania (+1.9 milioni) e al Regno Unito (+1.8 milioni). Il contributo alla
crescita 2019-2020 è ascrivibile per circa l’80% a Open Fiber, che
con circa 10 milioni di unità immobiliari abilitate ai servizi Ultra Broadband
si conferma come di gran lunga il principale operatore italiano di reti in fibra
ottica. Lo studio prevede inoltre che l’Italia registri il terzo maggior
aumento in termini di copertura FTTH entro il 2026.
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- “L’Italia
grazie ad Open Fiber si conferma al terzo posto in Europa per copertura FTTH/B
dopo Francia e Spagna ed il secondo paese in termini di crescita. Non a caso,
Open Fiber è il terzo operatore FTTH europeo proprio dopo l’incumbent
spagnolo, Telefonica, e quello francese, Orange, e il primo tra gli operatori
wholesale only, un modello di business che l’Unione Europea ha scelto di
evidenziare per la sua capacità di favorire gli investimenti nel Codice
Europeo delle Comunicazioni Elettroniche” ha commentato Elisabetta Ripa,
Amministratore Delegato di Open Fiber.
- FTTH Council ha inoltre presentato uno studio elaborato da Wik, che dimostra
come l’abbandono del rame e la rapida migrazione verso la fibra ottica porterebbe
enormi benefici all’economia e alla società: riduzione di emissioni
CO2, maggiore efficienza energetica, aumento dell’occupazione, maggiore
affidabilità delle reti e prezzi più bassi per i clienti. Nello
studio si evidenzia la riluttanza degli incumbent a investire sulla fibra e si
invitano gli Stati UE e i regolatori nazionali ad agevolare la migrazione.