Garante
privacy: dati in cambio di soldi con app 'Weople'
Il Garante privacy porta la questione
in Europa
12 agosto 2019 –
Con una lettera a
firma del Presidente Antonello Soro, l'Autorità Garante per la privacy
ha posto all'attenzione del Comitato europeo per la protezione dei dati personali
(Edpb) la
questione relativa a "Weople", l'app che promette ai propri iscritti
una remunerazione in cambio della cessione dei loro dati personali.
A partire dai primi
mesi del 2019 sono state diverse le segnalazioni giunte all'Autorità da
parte di imprese della grande distribuzione che lamentavano di aver ricevuto da
parte di "Weople" numerosissime richieste di trasferire alla piattaforma
dati personali e di consumo registrati nelle carte di fedeltà.
- L'impresa italiana, che gestisce la app e offre servizi di vario genere (offerte
commerciali, analisti statistiche e di mercato), si propone infatti come intermediaria
nel rapporto tra aziende e utenti chiedendo, su delega di questi ultimi, di ottenere
le informazioni personali custodite presso grandi imprese allo scopo di riunirle
all'interno della propria banca dati.
- L'attenzione del Garante
si è concentrata, in particolare, sulla corretta applicazione, da parte
della società, del cosiddetto diritto alla "portabilità
dei dati" introdotto dal nuovo Regolamento europeo, con l'ulteriore complicazione
determinata dall'esercitare tale diritto mediante una delega e con il conseguente
rischio di possibili duplicazioni delle banche dati oggetto di portabilità.
- L'altro aspetto segnalato dal Garante nella lettera riguarda il delicato tema
della "commerciabilità" dei dati, causata dall'attribuzione
di un vero e proprio controvalore al dato personale.
- Su entrambe le questioni,
il Garante ha dunque chiesto al Comitato, che riunisce tutte le Autorità
Garanti dell'Unione, di pronunciarsi.
- L'attività
di "Weople", scrive il Garante, "può produrre effetti in
più di uno Stato dell'Unione" in ragione delle richieste di portabilità
che potranno essere avanzate e delle questioni relative alla "valorizzazione
economica dei dati personali ed alla natura ‘pro-concorrenziale' del
diritto alla portabilità".
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- Per questi motivi, pur essendo
emerso in Italia, il caso della app impone, ad avviso del Garante, una riflessione
generale che è più opportuno condividere con le altre Autorità
di protezione dati.
Il Garante attenderà dunque il parere dell'Edpb per concludere l'istruttoria
avviata sulla app.
Nel frattempo, i soggetti privati che riceveranno le
richieste di portabilità dei dati da parte di "Weople" dovranno
operare nel rispetto del principio di accountability stabilito dal Regolamento
Ue e valutare se ottemperare alle richieste o motivare un eventuale rifiuto.