Antitrust
e Agcom: Sms e Dati, mercato poco trasparente
- Gli operatori devono dare informazioni più chiare
ai consumatori.
- C’è spazio per una riduzione dei prezzi in linea con la normativa
UE, garantendo condizioni di accesso competitive agli operatori virtuali
14 maggio 2009 - Conclusa
l’indagine conoscitiva congiunta. L’insieme dei servizi offerti dagli
operatori (invio di Sms, di Mms e di dati in mobilità) fattura 4 miliardi.
Solo dagli Sms ricavi per oltre 2 miliardi di euro. Il 75% dei messaggini inviati
viene pagato mediamente 1 €cent ma il restante 25% costa alla maggioranza
degli utenti (il 62%) 15 €cent, a fronte degli 11 €cent
fissati per gli Sms internazionali a livello europeo. Nei servizi di accesso a
internet in mobilità condizioni ancora troppo sfavorevoli per i consumatori.
- Un mercato in continua crescita, con un fatturato pari a circa 4 miliardi nel
2008, dove tuttavia persistono scarsa trasparenza, condizioni sfavorevoli per
i consumatori e tariffe all’ingrosso che disincentivano l’ingresso
degli operatori virtuali. È il quadro che emerge dall’indagine conoscitiva
congiunta condotta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato e dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Secondo
le due Autorità, soprattutto nel settore degli Sms, che da solo fattura
oltre 2 miliardi di euro, ci sono margini di riduzione dei prezzi sia al dettaglio
che all’ingrosso, anche alla luce del Regolamento comunitario in base al
quale, dal prossimo 1 luglio 2009,
gli Sms internazionali costeranno al massimo 11 €cent per i consumatori e
4 €cent per gli operatori virtuali.
Pubblicità
- Le Autorità si
attendono dunque che gli operatori sfruttino questi spazi, senza che occorrano
interventi ex ante di natura regolamentare o ex post per garantire condizioni
di equilibrio competitivo tra i diversi soggetti sul mercato. È infatti
evidente che il quadro regolamentare italiano e l’applicazione della normativa
antitrust non possono consentire che il prezzo di un Sms tra due città
europee risulti inferiore al prezzo di un Sms tra due città italiane, così
come non è ammissibile che il prezzo all’ingrosso sia superiore a
quello al dettaglio, con riferimento ai prezzi praticati per le offerte speciali.
Di seguito i principali risultati dell’indagine:
SMS A ‘DOPPIO
PREZZO’
- In Italia il mercato
degli Sms, che rappresenta il 60% del fatturato totale dei servizi oggetto di
indagine, sta crescendo a ritmi sostenuti (+40% nell’ultimo biennio) e presenta
ulteriori spazi di ampliamento: il numero di utilizzatori di Sms sul totale della
clientela è infatti relativamente basso, 47,9% rispetto a oltre 80% nel
Regno Unito, in Germania e in Francia. Nell’ambito dell’universo degli
utilizzatori di Sms, vi è un gruppo maggioritario, circa il 62%, che paga
il prezzo unitario di 15 €cent a fronte degli 11 €cent previsti dal
Regolamento comunitario per gli Sms internazionali. Solo una minoranza degli utenti,
che invia però il maggior numero di messaggini, paga un prezzo molto più
basso, mediamente intorno a 1 €cent, che porta la media complessiva a 3,5
€cent: nel 2008, sul totale di circa 60 miliardi di Sms, il 75% degli invii
è stato effettuato all’interno di piani o opzioni tariffarie, mentre
solo il 25% degli Sms è stato inviato al prezzo delle offerte base. Sulle
offerte con sconti molto elevati gioca un peso fondamentale il traffico ‘on
net’ (Sms inviati con lo stesso operatore), caratterizzato da prezzi ancor
più contenuti, che rappresenta oltre i 3/4 del traffico totale di Sms.
- Alla luce dei dati
raccolti, è evidente che non tutti i consumatori sono consapevoli delle
opportunità offerte dal mercato: è dunque necessario che gli operatori
diano maggiori informazioni sulle opzioni tariffarie disponibili. La notevole
prospettiva di crescita del consumo di Sms, indicata dai confronti internazionali,
indica inoltre che c’è spazio per raggiungere i consumatori con una
politica di prezzi più bassi. La discesa dei costi per gli utenti dovrebbe
inoltre essere favorita dall’ingresso nel mercato degli operatori virtuali
mobili, oggi reso difficile da un prezzo all’ingrosso (quello che gli operatori
pagano per terminare un messaggio sulle reti altrui), pari in media a 5,25 €cent,
superiore sia al ricavo medio per Sms (3,5 €cent), sia al corrispondente
prezzo dell’Sms internazionale, per il quale il Regolamento europeo sul
roaming stabilisce un tetto massimo di 4 €cent. Si tratta di una situazione
che rende difficile una reale competizione nei mercati a valle, impedendo di fatto
la possibilità per gli operatori virtuali di proporre offerte concorrenziali.
INTERNET E MAIL:
BLOCCARE LE ‘BOLLETTE PAZZE’
- I servizi dati in
mobilità (accesso a internet tramite telefonino, chiavette USB etc.) costituiscono,
già da oggi e soprattutto in una prospettiva di breve e medio periodo,
un mercato tra i più importanti per la telefonia mobile: nel 2008 hanno
garantito un fatturato pari al 38% del totale dei mercati oggetto di indagine.
Il segmento più rilevante in termini sia di volumi di traffico che di ricavi
è quello dell’accesso a Internet, con oltre 3 milioni di utenti e
ricavi passati da circa 477 milioni di euro nel 2007 a 748 milioni di euro nel
2008. Si tratta di una crescita che le due Autorità intendono garantire
purché avvenga nel rispetto dei consumatori finali, ai quali oggi vengono
applicate condizioni contrattuali decisamente sfavorevoli.
- Gli utenti hanno infatti difficoltà nell’orientarsi tra le offerte
disponibili e nell’ottenere indicazioni attendibili, oltre che sul prezzo,
sulla velocità e la qualità della connessione ad internet. Altrettanto
difficile, come dimostra il fenomeno delle ‘bollette pazze’, è
controllare la spesa. Per questo le due Autorità propongono che vengano
previste soglie automatiche di blocco della spesa per il traffico dati, salvo
rinuncia espressa dell’utente, in linea con il nuovo Regolamento sul roaming
internazionale, che introduce un meccanismo di blocco quando la bolletta raggiunge
50 euro, o un’altra soglia più elevata a scelta del consumatore.
- Ugualmente vanno rimossi
i vincoli penalizzanti al recesso da parte del cliente, spesso bloccato alle condizioni
contrattuali sottoscritte per periodi assai lunghi (anche due anni).
LOGHI E SUONERIE
- Anche il mercato
della fornitura di servizi e contenuti (CSP o content/service provider) è
in forte evoluzione con un fatturato pari a 368 milioni di euro nel 2008, per
quanto riguarda in particolare la fornitura di musica, giochi e video. Si tratta
di un segmento importante per gli operatori mobili ai quali il fornitore di contenuti
riconosce in media il 35% del prezzo pagato dall’utente. Dall’indagine
è emersa la necessità, anche alla luce della tipologia dei fruitori
di questi contenuti (giovani e adolescenti), di introdurre procedure che garantiscano
la trasparenza dei contratti e soprattutto la consapevolezza del contratto stesso,
spesso sottoscritto senza una reale volontà del consumatore. Occorre dunque
inserire meccanismi che consentano di verificare e, possibilmente, tracciare l’effettiva
accettazione da parte dell’utente del perfezionamento del contratto. Ugualmente
vanno introdotte procedure di disattivazione chiare e semplici.