COMUNICATO
ADICONSUM
Adiconsum:
regolamentare urgentemente "Internet Mobile"
- Basta pagare il non utilizzo.
- Realizzare una carta dei servizi condivisa
16 febbraio 2010 - Internet mobile, quello con le famose chiavette, ha creato
un nuovo modo di commercio: si paga anche il non utilizzo del servizio. Molti
forse non se ne accorgono, ma le tariffe a tempo sono un bluff. Infatti, mentre
si legge una pagina, si guardano foto o si visiona la propria posta, il tempo
corre, ma non c’è connessione. Sono soldi regalati al provider.
Ad aggravare il tutto,
poi, ci sono gli scatti di 15 minuti, sistema brucia tempo tutto italiano.
Ovviamente, come ogni
cosa, c’è il rovescio della medaglia, le tariffe a tempo aiutano
chi usa il P2P, peccato che tali metodi saturano le linee cellulari e quindi deve
essere assolutamente limitato.
Il vero problema della
connessione internet in mobilità è che non è uguale alla
navigazione da posto fisso, non si possono fare le stesse cose e soprattutto non
si può essere sempre connessi.
E’ ora che i gestori
lo dicano con chiarezza agli utenti che vengono, invece, illusi da spot fantastici.
La dimostrazione è
nella nuova tariffa di Wind che pubblicizza, illudendo gli utenti, una “navigazione
senza limiti”, ma costringe il provider a limitare la velocità
a 32 Kb dopo aver scaricato 1 Gb, altrimenti diventerebbe difficile telefonare
con il cellulare.
Anche le velocità
di connessione è frutto di mancanza di regole.
Pubblicità
Proprio in questi giorni
c’è la corsa ad annunciare le chiavette che raggiungono maggiore
velocità.
Peccato che si tratti
solo di “promesse” e di “velocità” raggiungibili
in specifici luoghi coperti dalla rete implementata ai nuovi servizi.
Utilizzando una chiavetta
in mobilità ci si accorge facilmente che la velocità varia di continuo:
è lentissima in GPRS, poco lenta in EDGE, veloce in UMTS, velocissima in
HSDPA.
Sarebbe, quindi, opportuno
che le aziende di telefonia mobile dichiarassero la velocità media offerta
dalla propria rete e indicassero con chiarezza come è costituita, permettendo
ad ogni utente di sapere con esattezza dove troverà connessioni lente o
veloci.
Agcom, che avrebbe il
compito di regolare il mercato e garantire i consumatori, è lentissima
nella sua azione (su internet fisso dopo tre anni deve ancora rendere operativo
il controllo della qualità), rendendo inefficace il proprio lavoro e lasciando
piena libertà alle aziende. Chi
ci rimette è sempre il consumatore.
Adiconsum, in alternativa
alle indispensabili denunce all’Antitrust, chiede alle aziende di aprire
un tavolo con le associazioni consumatori per realizzare una specifica Carta dei
servizi condivisa che regolamenti il mercato di internet in mobilità, garantendo
anche i diritti dei consumatori.