Garante
Privacy: sanzioni per Sim Card intestate a ignari clienti
Prosegue l'azione congiunta con la Guardia di finanza contro
rivenditori telefonici fraudolenti
18 giugno 2015 –
Nuove sanzioni del
Garante per la privacy per contrastare il fenomeno ancora grave dell'attivazione
di schede telefoniche a nome di ignari clienti da
parte di rivenditori (dealer).
14 dealer dovranno
pagare complessivamente oltre 500.000 euro per avere utilizzato i dati
personali di 142 persone per intestare, a loro insaputa, numerosissime Sim card,
che venivano utilizzate anche per attività criminali, come il traffico
di stupefacenti.
Le ordinanze ingiunzione
appena emesse traggono origine dagli esiti di una complessa indagine di polizia
giudiziaria condotta dalla Guardia di finanza nel settore della lotta alla criminalità
organizzata, nell'ambito della quale è stata contestata ai dealers la violazione
amministrativa per aver omesso di informare i clienti sul trattamento dei loro
dati personali.
Si tratta di indagini
a tutela del cittadino che richiedono prima l'accertamento dell'estraneità
a episodi criminali delle persone che risultavano formalmente intestatarie delle
schede, poi la verifica presso le società telefoniche dell'esistenza della
documentazione presentata per attivare le Sim card (fotocopia del documento di
identità) e della genuinità delle sottoscrizione dei moduli di attivazione.
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Per limitare gli abusi, il
Garante già nel 2006 era intervenuto con un provvedimento generale sui
"Servizi
telefonici non richiesti", chiedendo agli operatori telefonici
di mettere in atto rigorose procedure per rilevare tempestivamente intestazioni
multiple di schede ad una medesima persona (sintomatiche di possibili comportamenti
fraudolenti).
Nel corso di una
recentissima attività svolta dal Comando Unità Speciali/Nucleo Speciale
Privacy nell'ambito di un'azione coordinata tra il Garante e la Guardia di Finanza
per reprimere queste gravi violazioni, sono appena emersi nuovi casi che vedono
coinvolti altri clienti inconsapevoli, a dimostrazione del perdurare del fenomeno
illecito.
Tra i casi riscontrati - contestati da diversi Reparti della Guardia di Finanza
sul territorio nazionale, quello di una pensionata che non si è mai recata
presso il rivenditore ove risulta essere stata intestata una scheda Sim a suo
nome; o quello di un utente di telefonia mobile che - dopo un'attivazione effettivamente
richiesta e la raccolta dei suoi dati personali - si è poi ritrovato intestatario
di un'altra scheda adoperata per traffici illeciti; o quello infine di persone
che non si sono mai recate nella zona geografica dove le schede sono state attivate.
Anche in questi ultimi casi, oltre alle segnalazioni all'Autorità giudiziaria
competente per i reati accertati, il Garante ha avviato procedimenti sanzionatori
amministrativi per i quali potrà applicare una sanzione che varia da un
minimo di 10.000 euro a un massimo di 120.000 euro per ogni persona
i cui dati sono stati trattati illecitamente.