Garante
Privacy: telemarketing, stop alle telefonate 'mute'
Il Garante prescrive ad una società energetica misure
per garantire tranquillità a utenti e consumatori
21 dicembre 2011 –
Il Garante privacy è intervenuto sul fenomeno delle cosiddette telefonate
"mute", quelle cioè nelle quali il destinatario, dopo aver sollevato
il ricevitore, non
viene messo in comunicazione con alcun interlocutore. Sempre più numerosi
sono gli abbonati che si rivolgono all'Autorità per segnalare la ricezione
ripetuta e continua, a volte anche per 10-15 volte di seguito, di chiamate di
questo tipo.
Il fenomeno nasce dall'uso
da parte delle aziende di sistemi di instradamento automatico di telefonate allo
scopo di porre in comunicazione gli utenti contattati con i call center addetti
alla promozione di servizi e prodotti di quelle stesse aziende. Questi sistemi
se impropriamente utilizzati possono provocare gravi disagi agli utenti.
E' quanto accaduto con
una grande società energetica, la prima ad essere finita nel mirino del
Garante. Il sistema utilizzato dalla società prevedeva infatti la possibilità
dell'inoltro ai vari call center di un numero di telefonate anche molto superiore
alla capacità ricettiva degli operatori. Questo al fine di evitare tempi
morti o inattività. La conseguenza però era che non per tutte le
chiamate c'era sempre un operatore disponibile. Chi rispondeva si trovava dunque
di fronte ad una telefonata "muta" che, soprattutto se ripetuta, provocava
negli utenti fastidi e anche allarme.
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L'Autorità ha dunque
prescritto una serie di misure per evitare di insidiare la tranquillità
di utenti e consumatori. E' necessario infatti che chi si dota di sistemi di chiamata
di questo tipo utilizzi accorgimenti che impediscano la reiterazione di una telefonata
"muta" ed escludano la possibilità di chiamare quel numero per
almeno trenta giorni.
In caso di mancato adempimento alle misure prescritte la società rischia
una sanzione amministrativa che va da 30mila a 120mila euro.