Tlc:
confronto e indagine su tema della privacy on line
Microsoft Italia, in collaborazione con Glocus e la Fondazione
Magna Carta, promuove il confronto tra mercato e istituzioni sul tema della privacy
on line
23 settembre 2011 – Il tema della privacy continua ad essere al centro
dell’attenzione degli internauti italiani: il 92% degli utilizzatori abituali
della Rete, infatti, è consapevole delle possibili criticità - ma
ben il 51% ritiene che la privacy sia sempre a rischio, sia nella vita online
sia in quella offline, contro un 35% (percentuale che sale al 47% nel caso dei
giovani) che considera invece la Rete un ambiente meno sicuro. Furto di dati bancari
(68%) e di dati sensibili (66%), seguiti dal timore di lettura della posta elettronica
(30%), tracciabilità degli spostamenti grazie alle nuove tecnologie di
geolocalizzazione (12%) fino al monitoraggio dei siti visitati in Rete (12%) sono
le violazioni che suscitano preoccupazioni tra gli utenti.
E per tutelarsi? Gli
utenti online si affidano prevalentemente a comportamenti di buon senso quali
l’utilizzo di password complesse (57%), la non lettura di mail sospette
(57%) o l’installazione e l’aggiornamento di firewall e anti-virus
(55%), mentre risultano meno utilizzate le innovative funzioni legate alle caratteristiche
del browser come la possibilità di tenere sotto controllo i cookies (10%)
o settare il livello di protezione (11%). E’ grande, infine, la fiducia
che ripongono negli enti (58%) o Istituzioni Politiche (22%), considerati responsabili
della tutela delle privacy.
Sono solo alcuni dei
principali risultati emersi dal’indagine “Instant Poll sull’Online
Privacy”, presentata oggi nell’ambito del convegno “Tutela del
consumatore e sviluppo delle nuove tecnologie”, promosso da Microsoft Italia,
in collaborazione con Glocus e Fondazione Magna Carta, presso la Camera dei Deputati.
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I
lavori del convegno sono stati aperti da Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato
di Microsoft Italia e sono proseguiti con la presentazione dei risultati della
ricerca a cura di Laura Salvaderi, Istituto di Ricerca Synovate. La giornata si
è conclusa con la tavola rotonda moderata da Pietro Paganini, Segretario
generale dell’Istituto Italiano per la Privacy, cui hanno partecipato Linda
Lanzillotta, Presidente Glocus, Gaetano Quagliariello, Presidente d’Onore
Fondazione Magna Carta, Rosario Imperiali, Presidente Comitato Scientifico Istituto
Italiano Privacy, Luigi Montuori, Vice Segretario generale Dipartimento comunicazione
e telematiche - Garante per la protezione dei dati personali, Pietro Giordano,
Segretario Generale Adiconsum.
La ricerca, interessante punto di partenza per il confronto sul tema e la condivisione
delle sfide per la tutela del consumatore tra tutti i presenti, è stata
condotta con l’obiettivo di approfondire l’utilizzo di Internet da
parte degli utenti stessi, comprendere il loro livello di consapevolezza in merito
al tema della privacy online e indagare il ruolo delle Istituzioni e dell’industria
sul tema.
Dalla ricerca è emerso, infatti, un utilizzo sempre più diffuso
e differenziato della Rete: gli internauti italiani dichiarano, nel 93% dei casi,
di navigare tutti i giorni, tramite PC da casa (95%) o dal luogo di lavoro (48%),
per una media di circa 2 ore e 40 minuti per ogni volta che ci si connette. Utilizzano
Internet per numerose e differenti tipologie di attività in ambito entertainment,
servizi, informazione: posta elettronica (93%), ricerca di informazioni (83%),
social networking (63%), acquisti e pagamenti bollette (53%), messaggistica istantanea
(50%), partecipazione a community e forum online (45%), musica e video online
(38%), gaming online (38%).
"Sono convinta che la privacy dei dati in rete sia una delle policy più
importanti per dare fiducia al mercato, ma in primis ai cittadini/consumatori/utenti
della rete. Sul piano internazionale, il legislatore e l’autorità
devono farsi carico di stabilire regole per garantire agli utenti/aziende la loro
privacy ed, al tempo stesso, far crescere l’economia digitale. Il cloud
e’ solo un “casus belli” ed un domani, in presenza di nuove
evoluzioni, ci troveremo di fronte ad ulteriori progressi e mezzi. Per questo,
l’innovazione non può prescindere da una governance della privacy,
né tanto meno dalla sicurezza del web” – On. Linda Lanzilotta,
Presidente di Glocus.
“La Rete è uno straordinario strumento che continua a rivoluzionare
il nostro modo di vivere, lavorare, informarci, relazionarci. Da sempre, il nostro
impegno è di offrire soluzioni per poter sfruttare appieno tutte le potenzialità
della tecnologia, ma, nel contempo, garantire la massima sicurezza e privacy dei
consumatori”, ha commentato Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato
di Microsoft Italia. “In particolare, abbiamo migliorato il livello di privacy
del nostro browser, la porta di accesso al ricco mondo della rete, dando agli
utenti nuovi strumenti per tutelarli dai rischi provenienti dal monitoraggio delle
loro attività di navigazione online. Siamo pertanto convinti che attraverso
la continua evoluzione tecnologica, unita a una proficua e continuativa collaborazione
tra aziende e istituzioni sul tema, si possa favorire l’innovazione del
paese tutelando nel contempo la privacy dei consumatori”.
"Internet è ormai uno strumento di comunicazione universale utilizzato
da tutti, compresi coloro che non hanno conoscenze tecnologiche specifiche e che
non sono in grado di difendere la propria privacy. Le grandi aziende informatiche
hanno, quindi, il dovere di inserire fra le loro attività la tutela del
singolo cittadino con strumenti trasparenti, di facile uso e soprattutto di comprovata
funzionalità. Per riuscirci non possono operare da soli, ma devono creare
relazioni stabili con chi rappresenta gli interessi dei consumatori per realizzare
un dialogo fattivo, che garantisca una diffusa e corretta informazione e produca
sistemi e attività di tutela concordati, che siano, poi, veramente funzionali
e utilizzabili dal consumatore”, ha commentato Pietro Giordano, Segretario
Generale Adiconsum.
“La tecnologia
non è un’arma impropria”, ha commentato Rosario Imperiali,
Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Italiano Privacy. “Il
dibattito tra tecnologie “buone” e “cattive” talvolta
pone in retrospettiva la sostanziale neutralità dello strumento. Una neutralità
che, tuttavia, si gioca pienamente solo nella fase della ideazione ingegneristica,
potendo essere già compromessa in quelle successive della applicazione
industriale e della implementazione commerciale. Anche il legislatore, per soddisfare
economicità ed efficacia del suo intervento, spinge a veder inserita la
compliance tra gli standard industriali. Per agevolare questo processo è
imprescindibile una nuova alleanza con la pa, l’impresa ed i consumatori”.
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