UE:
servizio 112, all'Italia un ultimo avvertimento
24 novembre 2009 - La
Commissione europea ha avviato una nuova fase del procedimento nei confronti dell'Italia,
in quanto i servizi di pronto intervento italiani non ricevono ancora informazioni
sull'ubicazione di coloro che chiamano il 112 – il numero unico d'emergenza
europeo – da cellulari, nonostante una precedente sentenza della Corte di
giustizia europea.
La Commissione ha deciso di inviare all'Italia un parere motivato, ultima fase
del procedimento prima di adire nuovamente la Corte di giustizia europea, che
dovrebbe poi decidere di condannare l'Italia al pagamento di una penale per il
mancato rispetto di una precedente sentenza.
"Sapere dove si trovano le persone che hanno urgente bisogno di aiuto
è fondamentale per l'efficace funzionamento del 112, numero unico d'emergenza
europeo, soprattutto quando le chiamate sono effettuate da cellulari. Invito pertanto
l'Italia a dare attuazione a tutti gli elementi di questo importantissimo servizio
e a conformarsi alla sentenza formulata dalla Corte di giustizia europea nel gennaio
di quest'anno. L'Italia deve rispettare questa importante prescrizione comunitaria,
obbligatoria negli ultimi sei anni " ha detto Viviane Reding, commissario
dell'UE responsabile per le telecomunicazioni.
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"Il nostro operato
per garantire la corretta attuazione dei servizi del 112 ha dato buoni risultati
in altri Stati membri e sono soddisfatta per il fatto che i servizi di soccorso
della Lituania ricevano ora informazioni sull'ubicazione di coloro che formano
il 112 e che quindi la Commissione possa chiudere il procedimento di infrazione."
Invio di un parere motivato
all 'Italia
Il 15 gennaio 2009 la
Corte di giustizia delle Comunità europee (CGCE) ha statuito che l'Italia
non aveva messo a disposizione degli organismi di soccorso le informazioni occorrenti
per localizzare coloro che effettuano chiamate telefoniche al 112. In particolare,
i servizi di soccorso nell'intera Italia non ricevono ancora informazioni sull'ubicazione
di coloro che effettuano la chiamata al 112 a partire da cellulari. La sentenza
ha fatto seguito a un procedimento di infrazione avviato dalla Commissione nell'aprile
2006.
In risposta alla lettera
di costituzione in mora inviata a seguito della sentenza della CGCE, le autorità
italiane hanno deciso di attuare un sistema d'emergenza temporaneo che
consentirebbe di ottenere in tempi relativamente brevi informazioni sull'ubicazione
di chi effettua la chiamata. Tuttavia tale sistema dovrebbe diventare operativo
soltanto nel settembre 2010. Poiché questo ritardo non è conforme
a quanto disposto nella sentenza della CGCE, la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato all'Italia in conformità all'articolo 228 del trattato
CE.
Se anche questa volta le autorità italiane non si conformeranno alla
normativa, la Commissione adirà la CGCE chiedendole di condannare l'Italia
al pagamento di una penale.