Fonte: ADUSBEF
- FEDERCONSUMATORI
Telecom: schedatura illegittima ex-clienti
Adusbef
e Federconsumatori presentano un esposto denuncia alle Procure della Repubblica
di Roma e Milano, per valutare profili penalmente rilevanti in merito a vicende
inaudita gravità
26 maggio 2006 - Secondo
il quotidiano La Repubblica - uno dei pochi che sta attuando una campagna di informazione-
in base ad una ordinanza della Corte d’Appello di Milano (Giudice della
prima sezione civile), “Telecom Italia avrebbe schedato migliaia di ex clienti
passati ad altri operatori telefonici. Ha acquisito e utilizzato informazioni
privilegiate che li riguardavano (profili anagrafici, domicili, utenze, consumi
telefonici, propensioni alla spesa) "in violazione di precisi obblighi legali
e regolamentari".
Lo ha fatto "con pratiche abusive", "in violazione delle norme
sulla concorrenza" e "con mezzi non obiettivamente giustificabili".
Lo scrive nella sua
ordinanza, firmata il 2 maggio scorso e depositata il 16, Filippo Lamanna, giudice
della prima sezione della Corte di appello civile di Milano. Quarantaquattro pagine
che documentano un abuso ai danni di migliaia di consumatori. Ne ordinano "l'immediata
cessazione". Fissano una sanzione di 500 euro per ogni singolo illecito che
dovesse ripetersi. Avvisano Telecom del possibile approdo dell'affare: "Poiché
il trattamento illecito di dati riservati è fonte di molteplici fattispecie
di reato, punibili anche con la reclusione, ci si riserva la decisione di comunicare
o meno quanto emerso alla competente autorità di indagine penale".
In questa campagna di
informazione e di trasparenza da parte di Repubblica negli interessi dei diritti
e delle regole, brilla per la sua assenza proprio l’Autorità per
le Garanzie nelle Comunicazioni, che avrebbe il dovere di impedire comportamenti
abusivi da parte dell’ex monopolista come degli altri gestori,e che pecca
di prevenzione anche sui servizi telefonici non richiesti a danno di 1,5 milioni
di utenti,che si vedono appioppare ogni anno con i più disparati espedienti
veri e propri “pacchi” di un fiorente business che,genera un volume
di affari stimato in 225 milioni di euro,con un costo pro-capite pari a 150 euro
ad utente e con profitti,al netto dei reclami e delle restituzioni delle somme
a quei cittadini più attenti, che una volta accortisi del bidone, non si
stancano di reclamare la restituzione delle somme scontrandosi col muro di gomma
dei consenter,pari a circa 150 milioni di euro.
Adusbef e Federconsumatori
hanno depositato a tal fine un esposto-denuncia alle Procure della Repubblica
di Roma (visto che agli atti del processo di Milano, figurano due documenti riservati
della Divisione commerciale Telecom: "Lista di marketing su 7732 clienti
residenziali romani Fastweb"; "Lista di marketing su clienti business
platinum". I clienti sono classificati in "fasce". Per volume di
traffico telefonico, spesa e, naturalmente, gestore cui si sono rivolti), e di
Milano (sede legale di Telecom Italia), chiedendo di accertare se la schedatura
dei clienti, sia avvenuta in violazione di precise norme penali a garanzia dei
diritti dei cittadini.
Tutto ciò premesso
– SCRIVONO Adusbef e Federconsumatori negli esposti-denunce- si chiede alle
AA.GG. in indirizzo, l’apertura di un procedimento penale a carico di TELECOMITALIA
spa finalizzata all’accertamento della responsabilità penale aziendale
e dei dirigenti quantomeno per i fatti p.e.p. dagli artt. 167 comma 2° del
D.lgs. 30 giugno 2003, n. 196 recante CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI
PERSONALI che prevede “Salvo che il fatto costituisca più grave reato,
che chiunque, al fine di trarne per sè o per altri profitto o di recare
ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto
disposto dagli articoli 17, 20, 21, 22, commi 8 e 11, 25, 26, 27 e 45, è
punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione da uno a tre anni”.