TV su
IP: in Italia 700mila clienti, la normativa frena diffusione
Primo rapporto dell’associazione che raggruppa Fastweb,
Telecom Italia e Wind
28 gennaio 2011 – La televisione su Internet Protocol, che sta evolvendo
da IPTV a Smart TV, stenta a diffondersi in Italia: nonostante i clienti abbiano
ormai raggiunto quota 700 mila, si continua a registrare una forte difficoltà
degli operatori ad accedere a contenuti televisivi pregiati sui quali comunque
investono 30 milioni l'anno, in aggiunta ai più consistenti investimenti
per garantire la diffusione dei servizi a banda larga.
Le cause sono da ricercarsi
in un quadro normativo che, disegnato per i media tradizionali, spesso rappresenta
un ostacolo allo sviluppo del mercato, e in un’eccessiva rigidità
dell’offerta di diritti, che non consente lo sviluppo di un’offerta
legale di contenuti distribuiti su IP.
È questo lo scenario
delineato dal primo rapporto dell’Associazione Italiana degli Operatori
IPTV - presieduta da Irene Pivetti - presentato oggi alla Camera dei Deputati.
Dal documento emerge
la necessità di porre una maggiore attenzione ad un corretto inquadramento
sul piano normativo delle tendenze in atto: le regole attuali non tengono conto
delle specificità di Internet e senza adeguati correttivi c'è il
rischio che si creino barriere non giustificate allo sviluppo del mercato e si
continuino ad applicare ai nuovi servizi - prevalentemente non lineari (on demand)
- norme pensate per i tradizionali servizi lineari.
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Tra le soluzioni per garantire
un’effettiva disponibilità dei diritti, l’Associazione segnala
l’importanza di definire licenze collettive estese per la ritrasmissione
dei canali lineari e la necessità di evitare che lo sviluppo sia frenato
dall’assenza di offerta di diritti, che produce effetti negativi sulla concorrenza
e sullo sviluppo dei servizi audiovisivi su IP.
Il rapporto evidenzia inoltre come in alcuni Paesi siano state utilizzate forme
di agevolazione per favorire il take up dei nuovi servizi, analoghe agli aiuti
concessi anche in Italia per lo sviluppo della Pay TV satellitare, ovvero per
la transizione alla Televisione Digitale Terrestre.
Quanto alla diffusione
dei servizi audiovisivi su IP sviluppati da Fastweb, Telecom Italia e Wind a partire
dal 2003, il rapporto ipotizza che, con l’avvento delle offerte di Smart
TV, il numero di clienti attualmente pari a circa 700.000 per il servizio IPTV
possa crescere significativamente, sulla scorta di quanto sta succedendo nei paesi
più avanzati.
L’Associazione stima infatti che a fine 2010 già il 5% delle famiglie
italiane sia attrezzato per questa evoluzione con televisori, Blu-ray e game console
connettibili alla Rete, che consentono di ricevere servizi e contenuti trasmessi
attraverso piattaforme IP sullo schermo del salotto di casa.
Si tratta di offerte
che possono avvicinare all’utilizzo di servizi a banda larga anche consumatori
che non utilizzano strumenti informatici e che quindi possono contribuire al raggiungimento
degli obiettivi dell’Agenda Digitale.
Nel complesso, il rapporto
dell’Associazione italiana IPTV evidenzia come la digitalizzazione dei servizi
audiovisivi stia provocando una vera e propria rivoluzione del settore, tanto
nei modelli di offerta proposti dagli operatori di mercato, quanto nei modelli
di consumo.
Si tratta di un’evoluzione
già chiaramente percepibile nei mercati più avanzati, quali ad esempio
Stati Uniti e Francia, ed in fase di avvio in Italia, dove l’eccessiva focalizzazione
sulle piattaforme digitale terrestre e satellitare rischia di impedire lo sviluppo
di un’industria nazionale di servizi audiovisivi su IP.
L’Associazione
si propone quindi come punto di riferimento per tutti i soggetti che intendono
contribuire a sviluppare un’offerta nazionale di contenuti audiovisivi su
piattaforma IP, in modo che anche i consumatori italiani possano beneficiare delle
ampie opportunità di scelta e di soddisfacimento dei propri interessi come
già sperimentato dagli utenti di altri Paesi.
Il Presidente dell’Associazione, Irene Pivetti, ha commentato:
“Noi crediamo che ampliare la scelta di contenuti a disposizione dei consumatori
sia un importante obiettivo, che può dare un rilevante contributo alla
crescita digitale del paese.
L’Italia è un paese ricco di contenuti innovativi che, grazie allo
sviluppo dell’offerta audiovisiva su piattaforma IP, possono più
facilmente raggiungere i consumatori finali, anche indipendentemente dalla programmazione
in palinsesti rigidi.
Si tratta quindi di consentire e facilitare lo sviluppo di nuovi media, rafforzando
l’industria nazionale attraverso lo sviluppo di offerte legali distribuite
sulle reti IP”.