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Agcom: È tempo per authority unica di regolazione per il digitale
E' quanto propone il Commissario dell’AGCOM Antonio
Nicita
28 gennaio 2019 –
“Un’unica authority di regolazione per il digitale che nasca dalla
fusione paritetica di Agcom e del Garante per la privacy e che permetta di esercitare
un maggior potere ‘contrattuale’ e di moral suasion nei confronti
delle piattaforme globali”. È
quanto propone il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle
Comunicazioni, Antonio Nicita nel corso del Convegno “Verso un nuovo
codice delle comunicazioni elettroniche. Il ruolo di Agcom”, organizzato
dall’Università degli Studi di Napoli Federico II.
“Fatta eccezione per l’intervento antitrust che ha una sua specificità
ed autonomia”, continua Nicita, “man mano che il dato diventa
il ‘prodotto’ al centro dei modelli di business della comunicazione
digitale, il campo regolatorio dell’Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni e quello del Garante per la protezione dei dati personali appaiono
sempre più sovrapponibili.”
“La regolazione privata esiste già ed è il dominio
degli algoritmi”, spiega il Commissario. Il tema, aggiunge, è
quello di comprendere “se sia necessaria una nuova regolazione pubblica
e indipendente, ancorata al benessere sociale, volta a prevenire posizioni dominanti
durature, a garantire forme di pluralismo nel web, a restituire la piena proprietà
del dato agli utenti, anche facendone emergere il valore nella transazione economica
relativa”.
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In questo contesto,
rileva il Commissario, “il proliferare di competenze diverse ad authority
distinte non è certo d’aiuto, non solo perché possono sempre
manifestarsi obiettivi diversi tra le varie autorità indipendenti, ma soprattutto
perché questi obiettivi potrebbero essere segmentati o addirittura confliggenti”.
Per questo motivo, rimarca Nicita, “sarebbe auspicabile una fusione
di Agcom e Garante per la privacy, le cui competenze, sancite a livello europeo,
resterebbero intatte e costituirebbero un importante tassello nel percorso per
la costruzione di un mercato regolato dell’uso del dato, che va affidata
al legislatore”.
Una proposta di questo genere avrebbe il vantaggio di “poter essere
realizzata da subito, a normativa vigente, dando poi spazio al Parlamento di legiferare
ulteriori aggiustamenti, nel solco europeo, con un processo progressivo e graduale”,
conclude il Commissario Agcom.
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