3 Italia e Tim: accordo per condivisione siti rete radiomobile
L’accordo di “co-siting”, della durata
di tre anni, a regime riguarderà un minimo di 2.000 siti, consentendo un
risparmio del 30%
4 luglio 2009 - Telecom Italia e 3 Italia hanno siglato un accordo di "co-siting"
per la condivisione dei siti d’accesso alla rete radiomobile che riguarda
sia i siti esistenti sia quelli che verranno costruiti in futuro. Oggetto dell’accordo
sono le cosiddette infrastrutture "passive": pali, cavi, sistemi di
alimentazione elettrica e di condizionamento e altre infrastrutture civili.
Mantenendo la titolarità sulle proprie infrastrutture, ogni operatore ospiterà
le stazioni radiomobili del partner con l’obiettivo di ottimizzare la copertura
di rete a livello nazionale. L’accordo non include i dispositivi elettronici
che permettono di erogare ai propri clienti i servizi di telefonia mobile o i
relativi servizi di gestione.
Inoltre, con questo accordo, che rinnova ed amplia i contenuti di un contratto
precedente, le due aziende danno attuazione alle linee guida contenute nel Codice
per le Comunicazioni Elettroniche al fine di favorire un utilizzo più efficiente
delle infrastrutture di rete nelle aree urbane e in quelle rurali.
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E’ un accordo di
grande rilievo per la industry delle tlc in Italia perché da un lato migliora
la struttura dei costi delle due aziende, riducendo ulteriormente l’impatto
ambientale di una tecnologia pulita come quella wireless e, dall’altro,
segna un punto di svolta nel perseguimento di più elevati livelli di concorrenza”,
ha sottolineato Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3 Italia.
“Il valore
di questo accordo – ha commentato Stefano Pileri, Direttore Tecnologie
e Operations di Telecom Italia - è duplice. Dal punto di vista dell’efficienza,
sarà possibile ridurre significativamente il costo di locazione dei siti,
una delle maggiori voci di costo nelle reti mobili. In seconda battuta, la riduzione
progressiva del numero di antenne avrà un positivo impatto ambientale”.
L’accordo ha una
durata di 3 anni, è rinnovabile e a regime riguarderà almeno 2.000
siti, assicurando un’ottimizzazione degli investimenti, un risparmio del
30% sui costi e la riduzione dei tempi di sviluppo della rete di ciascun operatore.
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