Vodafone
blocca pubblicità su media digitali che promuovono fake news e hate speech
8 giugno 2017 – Il Gruppo
Vodafone annuncia nuove regole contro le fake news e l’hate speech,
per evitare che i propri annunci pubblicitari compaiano all’interno di media
digitali, il cui principale obiettivo è la diffusione e la condivisione
di tali contenuti.
Le nuove regole – che
sono già in vigore – comprendono la definizione
di hate speech e di fake news, per stabilire se un particolare media digitale
possa o meno ospitare una pubblicità di Vodafone, senza però incidere
sul suo accesso alla rete.
Contesto: il mercato della pubblicità digitale
- Nell’ultimo decennio, la rapida crescita della pubblicità digitale
ha consentito ai grandi brand come Vodafone di interagire direttamente con i consumatori
e con le imprese. Più recentemente, il settore pubblicitario e i provider
di pubblicità digitale, quali Google e Facebook, hanno sviluppato tecnologie
pubblicitarie che usano algoritmi per indirizzare in modo mirato la pubblicità
digitale verso le diverse categorie demografiche degli utenti, con il posizionamento
dinamico degli spazi pubblicitari, a seconda dei siti web e dei social media frequentati.
- Se da un lato la pubblicità programmatica è uno strumento efficace
– in quanto consente di concentrare e segmentare gli investimenti online,
dall’altro, in alcuni casi limitati, è possibile che porti a risultati
non desiderati e potenzialmente dannosi, inclusa la pubblicità affiancata
a contenuti offensivi. Inoltre, la pubblicità programmatica, può
avere l’effetto di generare ricavi verso media digitali che hanno l’obiettivo
principale di istigare all’odio o di diffondere notizie deliberatamente
false.
Pubblicità
- Il CEO del Gruppo Vodafone,
Vittorio Colao, afferma: “La diffusione di fake news e l’istigazione
all’odio mettono a rischio il rispetto e la fiducia, che sono alla base
del vivere civile. Vodafone promuove attivamente la diversità e l’inclusione,
e considera di fondamentale importanza l’integrità dei processi democratici
e delle istituzioni che, spesso, sono il bersaglio di chi diffonde notizie deliberatamente
false. Non tollereremo alcun tipo di associazione fra il nostro brand e contenuti
offensivi e dannosi”.
Le regole di Vodafone a livello globale
- Vodafone ha già diverse regole per garantire la trasparenza e l’integrità
nell’allocazione del budget pubblicitario. Ad esempio, ha una politica che
proibisce espressamente di utilizzare i rapporti commerciali con organizzazioni
mediatiche per influenzarne le opinioni in merito a prodotti, servizi e attività
di Vodafone stessa, affermando che “a Vodafone
o a chi la rappresenta, è severamente vietato minacciare di togliere la
pubblicità a coloro che criticano la società a livello editoriale,
o anche solo accennare alla possibilità di indirizzare o aumentare investimenti
pubblicitari a condizione di ricevere un trattamento mediatico più favorevole”.
Le nuove regole contro le fake news e l’hate speech, seguono
un approccio basato su una whitelist attraverso un sistema di controllo implementato
dal network globale di agenzie pubblicitarie di Vodafone (guidate da WPP), da
Google e da Facebook.
- Tali controlli garantiscono che le pubblicità di Vodafone compaiano solo
all’interno di media digitali non focalizzati su contenuti dannosi.
Questo monitoraggio sarà rivisto regolarmente da Vodafone e dal network
globale delle sue agenzie pubblicitarie, per garantire che la selezione dei media
da inserire nella whitelist sia appropriata, né troppo ampia, né
troppo ristretta.
Le nuove regole sono le seguenti:
Blocco della pubblicità sui media digitali che promuovono l’istigazione
all’odio e le fake news
- Vodafone, eventuali terzi che agiscano per suo conto e i suoi fornitori di piattaforme
pubblicitarie (compresi, ma non limitati a Google e Facebook) devono adottare
tutte le misure necessarie a garantire che le pubblicità di Vodafone non
compaiano all’interno di media digitali che promuovono l’istigazione
all’odio e le fake news. Definiamo queste ultime come organi di stampa il
cui scopo principale è la diffusione di contenuti che:
- degradano deliberatamente le donne o minoranze vulnerabili (hate speech); o
- presentano come basate sui fatti (quindi non satira o opinioni), notizie che
non hanno alcuna fonte primaria attendibile (o che si basano su un’attribuzione
fraudolenta ad una fonte primaria), ovvero quelle che una persona ragionevole
riterrebbe come deliberatamente fuorvianti (fake news).
È opportuno tenere presente che:
- i termini “media” e “organi di stampa” si riferiscono
a tutti i social media, i canali digitali, di stampa e di diffusione televisiva
o radiofonica, i siti, le applicazioni, i programmi e le pubblicazioni;
- il termine “pubblicità” si riferisce a tutte le forme di
promozione del brand, publiredazionali, sponsorizzazioni e accordi di co-marketing;
- queste regole obbligatorie si applicano a tutti i brand Vodafone, a quelli delle
controllate, delle joint venture e ai sub-brand.
- Le definizioni di hate speech e di fake news, si applicano
ad un organo di stampa nel suo insieme, cioè verificando se lo scopo principale
è quello di comunicare e condividere contenuti dannosi. Quindi, qualora
tali contenuti non siano la maggioranza di quelli presenti in un determinato media
(non superino la metà di quelli totali), questo non dovrà essere
escluso dalla whitelist.
- Le regole sopracitate hanno l’obiettivo di proteggere
l’integrità del brand e dei sub-brand di Vodafone, e si riferiscono
esclusivamente alla definizione degli investimenti pubblicitari. Tali regole non
sono, e non devono mai essere usate per limitare l’accesso ai contenuti
dei nostri clienti (o di qualsiasi altro utente), che devono rimanere liberi di
creare, vedere e condividere tutti i contenuti legali che vogliono. I dettagli
dei principi di Vodafone sulla libertà di espressione sono consultabili
in questa
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