WINDTRE,
Basso: troppi ostacoli burocratici per partenza 5G
22 gennaio 2021 - Dopo
l’intervento su Milano Finanza di Marco Bellezza, Ceo di Infratel,
che ha ricordato la strategia per la diffusione delle reti di nuova generazione,
Roberto Basso - direttore Relazioni esterne & sostenibilità
di Wind Tre, dallo stesso quotidiano,
parla di un significativo segnale dell'impegno italiano a contribuire alla realizzazione
della European Gigabit Society entro il 2025. La strada per conseguire
questo obiettivo, precisa però il manager, è disseminata di ostacoli
burocratici che resistono alle pur importanti semplificazioni introdotte di recente
e frenano gli investimenti privati, spesso nel generale disinteresse della politica.
- È molto utile per il dibattito pubblico, quindi, aggiunge Basso, che
a ricordare questi ostacoli sia l'amministratore delegato di una società
pubblica, impegnato in modo trasparente a conseguire obiettivi chiari, con risultati
e scadenze precisi. Provo a contribuire a questo sforzo, dichiara, con i dati
relativi agli interventi pianificati da Wind Tre per lo sviluppo della rete 5G:
nel 2020 è stato approvato soltanto il 64% delle richieste di permesso,
con tempi medi di 79 giorni (ci sono casi in cui l'attesa arriva a 9 mesi). Particolarmente
frustrante è che molte di queste richieste vanno formulate a più
enti pubblici.
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- L'avvocato Bellezza, continua
il manager di Wind Tre, indica nella conferenza dei servizi il metodo su cui insistere
per superare la frammentazione delle responsabilità amministrative ma non
manca di evocare il principio del silenzio-assenso, al quale risultano allergiche
le amministrazioni centrali dello Stato. In analogia alla conferenza dei servizi,
chiarisce Basso, stiamo proponendo alle amministrazioni, con alterne fortune,
una pianificazione complessiva degli interventi infrastrutturali, che ridurrebbe
l'onere burocratico per le imprese e le stesse amministrazioni.
- Al di là dello
strumento, prosegue, l'obiettivo che dobbiamo darci tutti, nel pubblico e nel
privato, è l'incremento degli investimenti fissi lordi, che risultano piatti
o in contrazione nel tempo, come ricordato dall'amministratore delegato di Infratel.
In questo quadro, rileva Basso, va ricordato che le imprese di tlc hanno fatto
la loro parte, investendo 65 miliardi di euro nel decennio 2010-2019, al netto
delle licenze. Grazie a questo sforzo le reti hanno potuto reggere a un incremento
improvviso del traffico nell'ordine del 50% a causa della pandemia.
- Semplificare non costa nulla allo Stato, anzi rende
più efficiente il lavoro di tutti gli attori sul campo e favorisce l'attrazione
di investimenti dall'estero. Senza dimenticare, conclude Roberto Basso, che l'intervento
a costo zero con il miglior rendimento resta l'armonizzazione dei limiti alle
emissioni di radiofrequenza agli standard europei.
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